La mia luce

Inquieto, anima
d’aria e di mare
lontani, ora;
già provasti l’oblio
pazzia repentina sgorgare
da vene ricolme poi
nell’arida sera l’inverno palese
di cuori sepolti,
da infinite macerie.
Ora, resta a guardare
la sera di luce, buio
scaldato da fuochi
inebrianti, pagine a sé
scritte nel nome di vite
scontate.
Altri i miei astri,
eterni pertugi nei quali
sparire, agl’occhi stridenti
di fari puntati
a scrutare le vite.

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